lunedì 24 ottobre 2016

Il giardino di Barbablù


illustrazione di Arthur Rackham
Nella favola di Perrault, Barbablù chiede in sposa una tra due bellissime sorelle e, aprendo la sua dimora a parenti e amici delle fanciulle, riesce a far dimenticare il colore della sua barba e la sua cattiva reputazione: offre ai suoi ospiti otto giorni di perfetto svago.
E’ la più giovane delle sorelle a decidere di accettare la proposta di matrimonio.

A un mese dalle nozze, Barbablù, dovendo partire, affida alla sua sposa le chiavi delle stanze della dimora, vietandole però di aprire la porta di un salottino. Barbablù si allontana e la donna, pur temendo la collera del marito, si dirige verso la stanza cui le è precluso l’accesso e, senza indugiare, apre la porta. Sulle prime non vede niente, poi, pian piano, scorge sul pavimento sangue rappreso e, lungo le pareti, i cadaveri allineati di tutte le donne che Barbablù aveva sposato e poi ucciso. Sgomenta, la sposa lascia cadere le chiavi sul pavimento sporco di sangue. Barbablù torna prima del previsto; la moglie cerca di non far trapelare la sua agitazione ma Barbablù non tarda ad accorgersi che il suo divieto è stato infranto: le chiavi del salottino, sebbene ripulite, sono sporche di sangue. La sposa sa adesso cosa l’aspetta e chiede a Barbablù di darle modo di prepararsi a morire ritirandosi in preghiera; chiede una dilazione perché sa che i suoi fratelli stanno per giungere alla villa, sa che può salvarsi, è una questione di tempo. I fratelli giungeranno proprio quando Barbablu starà per colpire la fanciulla. Ad essere ucciso sarà Barbablù e non l’ultima delle sue spose. E’ il due ( le due sorelle, i due fratelli ) a prendere il sopravvento sull’uno; Barbablù dopo ogni matrimonio uccide per tornare ad essere “uno” ma nella favola di Perrault è il numero dell’unione a vincere, il numero della coppia.

Nell’opera  Il castello del duca Barbablù del compositore Béla Bartók , le cose vanno diversamente e anche i numeri sono differenti. Perrault fa divertire gli ospiti di Barbablù per un numero preciso di giorni, otto, numero pari , divisibile per due, numero che, ruotato, diviene simbolo dell’infinito, della continuità. In Bartok è invece dominante un numero dispari, il sette. La fanciulla, di nome Judit, decide, guidata dall’amore, di lasciare la luminosa dimora paterna e di entrare nel buio e solitario castello di Barbablù. L’uomo la mette in guardia, le dice che la sua dimora è oscura, fredda, i muri piangono umidità, tutto è triste ma la fanciulla non vuole sentire ragioni, è lì per portare la luce e l’amore. Judit inizia ad aprire le porte che si allineano lungo una vasta sala gotica di forma circolare . Nelle prime due ci sono strumenti di tortura e di guerra; nella terza vi sono gioielli, ma coperti di sangue.
Judit è turbata ma Barbablu, a questo punto, la invita a proseguire. La quarta porta si apre su un ameno giardino e la quinta su un paesaggio meraviglioso, è il regno di Barbablu, ma i gambi dei fiori del giardino e le ombre delle nuvole del reame sono color rosso sangue.



Judith

(Giuditta,  sempre più inquieta e impaziente, si volta verso la quarta porta, e l'apre. Attraverso il vano della porta rami fioriti scattano come archi. Un rettangolo verde-bluastro si disegna nel muro. Il nuovo fascio di luce si posa accanto agli altri)

illustrazione di Edmud Dulac
Oh! Fiori! Oh! Giardino profumato!
Nascosto sotto le dure rocce.

Barbablù
Questo è il giardino segreto del mio castello.

Judith
Oh! quanti fiori!
Gigli alti come un uomo!
Rose bianche, fresche, immacolate, Rossi garofani che sprizzano luce!
Non ho mai visto un giardino come questo.

Barbablù
Ogni fiore si inchina davanti a te.
Tu li fai nascere, tu li fai appassire
Tu li fai germogliare di nuovo.


Judith
(chinandosi improvvisamente)
II gambo delle rose è insanguinato!
La terra da cui spuntano è insanguinata.


Barbablù
I tuoi occhi aprono i loro calici.
I loro campanelli risuonano per te ogni mattina.

Judith
(Si alza e si volta verso Barbablù)
Chi ha innaffiato il tuo giardino?

Barbablù
Giuditta, ama e non domandare.
Guarda come si rischiara il mio castello..



 qui un video con la scena del giardino

illustrazione di W.H. Robinson


Mancano due porte, Barbablù chiede a Judit di fermarsi, “ nel palazzo è entrata la luce! “. La fanciulla non lo ascolta. La sesta porta si apre su un lago di lacrime. Judit chiede a Barbablù chi abbia amato prima di lei. “L’amore non ha domande”è la risposta di Barbablù, poi chiede a Judit di baciarlo.
Quando la fanciulla infila la chiave nella toppa dell’ultima porta, le ultime due camere aperte si chiudono. Dalla settima stanza escono le donne del passato; sono tre e sono bellissime, avanzano in modo regale. Barbablù associa ognuna a una parte del giorno: l’alba, il mezzogiorno, la sera. Dice che di queste fasi sono le regine. Della notte ora sarà sovrana Judit che, mentre tutte le porte ancora aperte si chiudono, entra con le altre regine nella settima stanza. Mentre la porta lentamente si chiude, l’oscurità avvolge Barbablu . “ E ora sarà sempre notte”.



da "Giacy.nta", un mio blog
( la sequenza tratta dal libretto de " Il castello di Barbablù " di Bela Bartòk è in Flaminioonline  )

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